Devozione · Preghiere

Madonna dei sette dolori

Il venerdì della settimana di passione è la festa della Madonna addolorata. Vi proponiamo questa meditazione di Mons. Guérard des Lauriers sull’incontro di Gesù con la sua santa Madre (4° stazione della via Crucis) tratto dall’opuscolo La via regale (edizioni CLS)

Quarta stazione
GESÙ INCONTRA MARIA SUA MADRE

Ecco il Re della Gloria, ornato della corona che Sua madre gli ha dato il giorno delle Sue nozze (1). Ecco, o Maria, Tuo Figlio; ecco che Egli sposa una seconda volta, nel Sangue, la natura che assunse in Te; ecco che Egli invita alle sue nozze tutte le vergini, e Te per prima, Vergine delle vergini che in quest’ora Egli fa sua Sposa.
Guardalo, Maria, il Re della Gloria, tu stessa, Regina nella Gloria! Mai fu più vera la profezia secondo cui tutta la gloria è dentro (2), nel regno che non è di questo mondo (3). Qual è dunque questa Gloria? È quella del Signore forte e potente (4), che vince ­l’odio con l’Amore, è quella della vergine forte e vigilante, che patisce in sè la Verità e l’Amore. Gesù, Tu incontri Maria, Tua Madre. Maria, tu incontri Gesù, Tuo Figlio. I vostri sguardi si incrociano sulla terra, è però in fondo all’anima che essi realizzano la più profonda comunione. Chi mai potrebbe essere il degno testimone di questo ineffabile incontro? Chi conosce questa Gloria? Gli uomini la disprezzano, gli Angeli l’adorano nel mistero, Tu solo, o mio Dio, la conosci, e in Te, o mio gran Dio, io voglio conoscerla, come una purissima immagine Tua.
Il Verbo incarnato e la Madre del Verbo si incontrano un istante sulla terra; il Padre, il Verbo e lo Spirito sussistono eternamente nella comune Essenza: questa è la chiave del mistero. Tu ritrovi, o Verbo incarnato, Tua madre nella gloria della Croce. Tu ritrovi, o Verbo eterno, Tuo Padre nella Gloria del­l’Essenza. Quale Gloria, quale Incontro, quale Amore! Amore crocifisso in nome del quale non ci si trova che per lasciarsi, Amo­re beatificante nel quale non ci si distingue che per ritrovarsi. Qui coscienza giusta uguale alla Beatudine infinita, là vita sufficientemente giusta per portare una pena infinita. O Gloria, o splendore di questo Amo­re, vero nel Seno della Beatissima Trinità, vero nell’intimo dell’incontro doloroso. Uguale modalità, uguale rigore. Essere due e non essere che uno. Distinguersi e unirsi; lasciarsi e ritrovarsi… Il peccato impone la propria distensione all’A­more che lo visita, ed è la forma del peccato che, per un istante, vince; nel delicato alternarsi del gioco dell’Amore, una delle fasi diventa dominante al punto da assorbire l’altra; e per Te, Gesù, e per Te, Maria, questo incontro sa solo di separazione. E tuttavia vi ritrovate in modo molto reale: le vergini, nel­l’Amore, si ritrovano continuamente, per quanto non si lascino mai. Come potrei comprendere la profondità di questo sguardo reciproco che tocca il fondo delle vostre anime, perchè procede dalla Luce di Dio?
Gesù, il Verbo Salvatore, Maria la prima e perfetta redenta: Maria in Gesù come nella sorgente della sua vita e Gesù in Maria come nell’espressione della Sua opera; così il Figlio è nel Padre e il Padre nel Figlio (5). Era la beatitudine essenziale che visitava le vostre anime attraverso questo sguardo, o Gesù, Figlio di Maria, o Maria, Madre di Gesù. Ma ciò non è affatto di questo mondo. Ed ecco che la penetrante dolcezza di questa luce diventa inesorabile penetrazione. Tu vedi, o Gesù, quanto costi a Tua Madre il seguirti, più che non misuri il prezzo della Sua redenzione; Tu vedi, o Maria, l’Agonia che si prolunga sotto il peso della Croce, distratta alla Tua stessa sofferenza. Non si percepisce il proprio dolore che nell’altro, proiettato nell’altro e ingigantito nell’altro indefinitamente, sulla misura stessa dell’Amore. Come due specchi perfettamente puri, voi riflettete ­l’uno per l’altra il rigore della legge del­l’Amore. O Maria, è ben Gesù che ritrovi, ma un Gesù che deve lasciare se stesso, che deve assolutamente offrire sé stesso; e Tu, o Gesù, è proprio Maria che ritrovi, ma una Maria che deve compiere nel dolore, la generazione che ­iniziò nella Gloria. E così, o Maria, tu lasci Gesù con un rigore a prima vista inconcepibile, giacché Tu sei tutt’uno con Gesù che deve lasciare se stesso. E Tu, Gesù, Tu comunichi con Maria nell’atto di suprema rinuncia che le chiedi e che le dai da compiere; Tu rinunci a lei, in lei e per lei che, a sua volta, rinunzia sé stessa. Amore che unisci Gesù a Maria; Amore che separi Gesù da sé stesso, e Maria da sé stessa; Gesù da Maria e Maria da Gesù. Amore, dammi un cuore amante che comprenda la legge dell’Amore.
O Maria, Tu non fai nulla per Gesù, neppure ciò che fece Veronica; e Tu, Gesù, non fai nulla per Maria, neppure ciò che facesti per le donne di Gerusalemme. Questo sguardo reciproco non ve lo date che per lasciarvi, e solo per questo. Nessuna azione; questo sguardo basta. O verginità ineffabile di questo sguardo che esclude tutto quello che non è Lui; Verginità uguale nell’Amore che possiede e che non distingue che per ­unire, nell’Amore crocifiggente che avvicina solo per separare.
O Gesù, o Maria, grazie per questo sguar­do! Che esso sia per me il sacramento del rigore dell’Amore. Io voglio adorarlo e conservarlo nella fede. Che esso mi faccia un cuore che accolga ugualmente l’Amore nella Gloria della sua Croce e nel riposo della sua Gloria.

1) Ct. III, 11.
2) Ps. XLIV, 14.
3) Gv. XVIII, 36.
4) Ps. XXIII, 8.
5) Gv. XVII, 21.

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